La ricerca sulle donne al potere e nei processi decisionali preparata dall’Istituto europeo per l’uguaglianza…
La discriminazione di genere

Definizione di “discriminazione di genere”
Per discriminazione di genere si intende qualsisi forma, azione o disposizone che provochi una distinzione, diversificazione o differenzazione fra persone in base al loro genere sessuale.
Nell’ordinamento Europeo la discriminazione di genere è regolata dalla Carta Sociale Europea Riveduta (CSER) del 1996. In essa viene sancito all’Art.20:”il diritto alla parità di opportunità e di eguale trattamento nell’accesso al lavoro, nelle condizioni di impiego e di lavoro, nella formazione professionale nonché nelle progressioni di carriera, comprese le promozioni”.
Nell’ordinamento Italiano la discriminazione di genere è regolamentata dall’Art.37, il quale sancisce:“La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione”.
I dati sulla discriminazione di genere in Italia
Per confrontare facilmente lo stato dell’uguaglianza di genere nei vari stati membri dell’Unione Europea, è stato adottato dall’ Eige l’indice sull’uguaglianza di genere.
I dati si basano su 6 indicatori:
- lavoro: vengono analizzati il tasso di occupazione e la durata media della vita lavorativa;
- denaro: comprende indicatori quali lo stipendio medio e gli individui a rischio povertà;
- conoscenza: si basa sui dati relativi al titolo di studio;
- tempo: considera le abitudini degli individui riguardo il lavoro di cura e la socialità;
- potere: racchiude dati sulla presenza di uomini e donne ai vertici della sfera politica, economica e sociale;
- salute: valuta sia le possibilità di accesso ai servizi sanitari, sia lo stato di salute degli individui.
L’Italia si posiziona al 15esimo posto su 28 con un punteggio di 63,5 su 100, al di sotto della media Europea che corrisponde al 67,9 su 100 [Per approfondire l’argomento consigliamo la lettura di “PARITÀ DI GENERE: I DATI IN ITALIA”].
Gli ambiti in cui avviene la discriminazione di genere
Andiamo ad approfondire in quali ambiti può avvenire una discriminazione di genere:
- Ambito lavorativo: per discriminazione in ambito lavorativo s’intende una differenza di trattamento tra i lavoratori e le lavoratrici; in particolare, si è in presenza di discriminazione quando, per ragioni legate al genere di appartenenza, un lavoratore subisce un pregiudizio o viene trattato in modo sfavorevole rispetto ad un altro che si trovi in una situazione analoga;
- Ambito sportivo: i dati relativi alla proporzione di donne e uomini nelle posizioni decisionali nelle confederazioni degli sport olimpici in Europa rispecchiano una realtà ancora prettamente maschile.
I dati relativi alle posizioni dirigenziali in ambito sportivo sono:
-Presidente: 4% delle donne;
-Vicepresidente: 9%;
-Membri del consiglio direttivo del più alto organo decisionale: 15%;
-Direttore generale/ segretario generale: 22%;
-Totale: 14%.
- Ambito scolastico: isolando il dato dei professori ordinari da quello relativo ai primi gradi di docenza (ricercatori e professori associati), le docenti sono nettamente inferiori rispetto ai loro colleghi.
Su circa 57.000 docenti che lavorano negli Atenei pubblici e privati le donne sono:
-46% ricercatrici
-41% professori associati
-26% professori ordinari
[Per approfondire l’argomento vi consigliamo la lettura di “DOCENTI E PARITÀ DI GENERE, UNO SGUARDO ALLA REALTÀ SCOLASTICA”].
Gli strumenti per combattere la discriminazione di genere in Italia
La moderna normativa sulle pari opportunità è anticipata, in Italia, dalla Costituzione agli art. 3, 37, 51 e 117.
Degna di nota è la Legge 1204/71 che tutela la donna nell’ambiente di lavoro vietando, ad esempio, il licenziamento durante la gravidanza o assicurandole il mantenimento del posto di lavoro al termine del periodo previsto per la maternità.
Inoltre, è stata integrata nel 2021 la Legge n.162 che cerca di concretizzare un’effettiva parità di genere tra uomini e donne.
La vera novità della legge 162/2021 è, però, l’introduzione della c.d. Certificazione per la parità di genere.
Si tratta di una certificazione volontaria che le aziende più virtuose potranno richiedere, agli organismi a ciò accreditati, per attestare la conformità dell’organizzazione di impresa ai principi di parità tra i generi, in relazione alla retribuzione e alle condizioni di carriera.
Le aziende che abbiano ottenuto la certificazione saranno esonerate dal versamento degli oneri contributivi, per un valore pari all’1% sul versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico del datore di lavoro e fino ad un massimo di 50.000 euro annui.
[Per approfondire come ottenere la Certificazione della parità di genere vi consigliamo la lettura di “CERTIFICAZIONE DELLA PARITÀ DI GENERE E SGRAVIO FISCALE: COME SI OTTIENE?”]
Fonti:
- https://www.openpolis.it/lindice-sulluguaglianza-di-genere-per-monitorare-i-divari-in-europa/
- https://www.altalex.com/documents/news/2020/05/12/discriminazione-di-genere
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