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DONNE E MATERIE STEM: UN FATTORE DI DISPARITÀ DI GENERE

Attualmente si può affermare che la parità di genere è stata raggiunta nel campo dell’educazione di primo e secondo livello.
Infatti, sono in maggioranza le donne ad intraprendere un percorso universitario.
Eppure, il problema risiede nella scelta e nella rappresentazione di genere nei determinati percorsi di studio, ossia nelle materie STEM, acronimo inglese che indica scienze, tecnologia, ingegneria e matematica. È necessario affrontare il problema poiché rappresenta un tassello importante all’interno del “gender gap”, ovvero della disparità di genere, che ha conseguenze importanti sul futuro delle donne e della società.
Le materie STEM e il Gender gap
Ci troviamo negli ultimi anni di fronte ad un cambiamento epocale.
Stiamo assistendo ad una vera e propria rivoluzione tecnologica e ciò richiede la necessità di persone adeguatamente istruite e specializzate. L’Industria 4.0 ha bisogno di lavoratori con una formazione STEM, quindi esperti di tecnologia, informatica, matematica e ingegneria.
Purtroppo, però, la popolazione femminile si sta trovando in parte esclusa da questo cambiamento epocale. I numeri parlano chiaro: nel mondo, meno di 4 laureati su 10 nelle materie STEM sono donne.
Per questo motivo, anche in questo ambito si parla di un vero e proprio “gender gap”, sia di istruzione che lavorativo, di conseguenza.
I dati
Attraverso un’indagine condotta da AlmaLaurea, per l’anno 2018/2019, emerge un’elevata disparità di genere nei corsi di laurea scientifici e di ingegneria.
In generale, anche se ci sono più donne iscritte all’università che uomini (il 58,7% degli iscritti complessivamente), queste scelgono soprattutto corsi di studio letterari e umanistici.
Solo il 18% delle ragazze sceglie corsi STEM.
Il trend italiano è in linea con la media europea e mondiale. Inoltre, sebbene le poche donne iscritte a corsi STEM si laureino in media con voti più alti (103,7 contro il 101,9 degli uomini) e in corso, non ottengono comunque gli stessi risultati nel mondo del lavoro.
Secondo un report sul tema redatto dall’Osservatorio Talents Venture e da Assolombarda, infatti, il tasso di occupazione ad un anno dalla laurea degli uomini laureati STEM è più elevato di quello femminile – il 91,8% contro l’89%.
Secondo Almalaurea, questo gap si allarga a cinque anni dal conseguimento del titolo: le donne occupate sono l’84% contro il 91% degli uomini. Questo divario si riflette anche nelle retribuzioni. Le donne laureate in queste materie ricevono circa 300 euro mensili in meno della controparte maschile, sempre cinque anni dopo la laurea.
Perchè le ragazze non scelgono percorsi STEM?
Diciamo che le cause principali risiedono in un mix di barriere sociali, psicologiche ed economiche.
Tra le motivazioni psicologiche ci sono una scarsa motivazione personale e autostima, specialmente in materie come la matematica.
Per quanto riguarda gli aspetti sociali e familiari, primo fra tutti c’è il pregiudizio per cui le donne non siano portate per queste tipologie di materie scientifiche. Questo stereotipo va a creare una sorta di barriera psicologica per le ragazze che, fin da piccole, sono portare a sentirsi inferiori.
Spesso ciò avviene anche nell’ambiente scolastico e in particolare gli stereotipi degli insegnanti contribuiscono a creare questa sensazione di inferiorità.
In ultimo luogo, le donne sono svantaggiate anche sul luogo del lavoro.
OItre a salari mediamente più bassi a parità di livello di istruzione, prevale ancora l’idea che la popolazione femminile debba occuparsi dei lavori di casa e del mantenimento dei figli. Questa situazione riduce il loro potere contrattuale sul mercato del lavoro, anche per promozioni interne ed esterne. Inoltre, complice la maternità che porta ad un’interruzione di carriera, le donne sono ostacolate nell’ascesa della carriera lavorativa rispetto agli uomini.
Che la discriminazione sia consapevole o inconsapevole (ad esempio tramite bias cognitivi sul genere), il risultato è che la popolazione femminile viene penalizzata sia nel mondo accademico STEM, che in quello lavorativo.
Fonti:
- https://www2.almalaurea.it/cgi-php/universita/statistiche/visualizza.php?anno=2018&corstipo=tutti&ateneo=tutti&facolta=tutti&gruppo=tutti&pa=tutti&classe=tutti&corso=tutti&postcorso=tutti&isstella=0&isstella=0&presiui=tutti&disaggregazione=gruppo&LANG=it&CONFIG=profilo
- https://blogs.worldbank.org/opendata/there-are-fewer-female-male-stem-graduates-107-114-economies