skip to Main Content

Discriminazione di genere in ambito lavorativo

Uno degli ambiti in cui sussiste più frequentemente e in maniera profonda la discriminazione di genere è quello lavorativo.
Ma cosa si intende con discriminazione di genere in ambito lavorativo?
Intendiamo una situazione di sfavore e di differenza di trattamento tra collaboratrici e collaboratori, perpetuando una classificazione e suddivisione di ruoli, mansioni e compensi in base al sesso d’appartenenza. È importante ricordare che gli atti di discriminazione comprendono tutti gli ambiti della vita quotidiana.

Le discriminazioni nel regime normativo Italiano

Il Dlgs 198/2006 (Codice delle pari opportunità), agli articoli 25 e 26, definisce le forme di discriminazione, in aggiunta l’art. 25, comma 2-bis del d.lgs. 198/2006 definisce in maniera generale discriminazione.
In particolare con il termine “discriminazione” si intende: “ogni trattamento meno favorevole in ragione dello stato di gravidanza, nonché di maternità o paternità, anche adottive, ovvero in ragione della titolarità e dell’esercizio dei relativi diritti”.
Ma andiamo a vedere quali tipologie di discriminazione si possono riscontare:

  • Discriminazione diretta: quando una persona, per via di una sua caratteristica, subisce un trattamento sfavorevole rispetto ad un’altra. Un esempio sono gli annunci di lavoro rivolti solamente ad un sesso, in questo caso agli uomini.
  • Discriminazione indiretta: avviene quando una procedura è apparentemente neutra, ma di fatto sfavorisce un determinato gruppo di persone. Per esempio quando vengono rivolte posizione lavorative ad ambi i sessi ma poi vengono richiesti orari che una madre non potrebbe sostenere.
  • Discriminazione strutturale: quando la disparità di trattamento trova le basi nell’assetto organizzativo, ad esempio quando convenzioni e costumi portano a svantaggiare un determinato gruppo di persone.
  • Discriminazione istituzionale: sussiste quando le regole e le procedure interne pongono individui o gruppi in svantaggio in maniera sistematica.
  • Discriminazioni multiple e intersettoriali: Si verificano quando un individuo presenta diverse caratteristiche che la rendono particolarmente esposta ad atti discriminatori, in questo caso il sesso d’appartenenza.

Dati che fanno riflettere

I risultati allarmanti del sondaggio di Fondazione Libellula sul divario di genere nel contesto lavorativo tengono conto dell’opinione di 4.500 lavoratrici.

  • Più di una donna su 2 (55%) si dichiara vittima di una molestia e discriminazione sul lavoro;
  • il 22% ha dichiarato di aver avuto contatti fisici indesiderati;
  • il 53% ha subito complimenti espliciti non graditi.

I responsabili indicati sono

  • colleghi o colleghe nel 55% dei casi;
  • i capi sia uomini sia donne per il 19%;
  • altri responsabili o superiori di ambo i sessi per il 6%.
[Per approfondire l’argomento consigliamo la lettura dei seguenti articoli: LA PARITÀ SALARIALE È ANCORA UN SOGNO IN ITALIA?  e COME SI RICONOSCONO LE DISCRIMINAZIONE DI GENERE]. 

 

Fonti:

  • https://www.bollettinoadapt.it/discriminazioni-di-genere-sul-luogo-di-lavoro-sanzioni-e-tutele/
  • https://www.consiglieradiparita-bz.org/forme-di-discriminazione-in-ambito-lavorativo.asp
  • https://finanza.lastampa.it/News/2022/08/03/lavoro-55percento-donne-ha-subito-molestie-o-discriminazioni/

 

Vuoi ottenere la Certificazione per la parità di genere?
Scrivici a segreteria@bilanciarsi.it
Ricorda: SCARICA LA NOSTRA GUIDA GRATUITA SULLA CERTIFICAZIONE PER LA PARITÀ DI GENERE che ti permette di compiere i primi passi per ottenere la Certificazione per la parità di genere.

Back To Top