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Come si riconoscono le discriminazioni di genere?

La Legge n. 162 del 2021, in rafforzo a quella risalente al 1996 riguardante il Codice delle Pari Opportunità, cerca di integrare un’effettiva parità di genere tra uomini e donne all’interno delle aziende, istituendo lo strumento della Certificazione della parità di genere.
Le aziende che non rispettano le disposizioni sulla parità di genere, possono incorrere in sanzioni.

Come la nuova norma amplia quella preesistente

Le norme contenute in questa recente Legge agiscono su un concetto che non si limita solamente all’ambito di discriminazione determinata da una gravidanza e/o dalla maternità, ma intervengono su ogni tipo di situazione che può:

  • limitare o precludere le opportunità della lavoratrice alla partecipazione nelle scelte aziendali;
  • intralciare o precludere l’accesso ad avanzamenti di livello e di progressione della carriera della lavoratrice;
  • porre la lavoratrice in una situazione di svantaggio rispetto ai lavoratori.

Cosa si può fare in caso di discriminazioni di genere sul lavoro

La lavoratrice vittima di discriminazioni compiute sul luogo di lavoro può agire in via giudiziaria presentando ricorso al tribunale competente per territorio, facendo, così, dichiarare l’illegittimità del comportamento adottato dal datore e tutti i provvedimenti conseguenti, fino al risarcimento dei danni subiti in conseguenza dell’illecito.
È possibile, inoltre, presentare un ricorso d’urgenza, che comporterà dei provvedimenti necessari per interrompere la condotta illecita del datore di lavoro, esercitando un’azione giudiziaria collettiva da parte di un gruppo di lavoratrici. Viene fornita in aggiunta l’assistenza sindacale ed il supporto del consigliere – aziendale o territoriale – delle pari opportunità.
La Legge n. 162/2021 consente di agire su molteplici situazioni:

  • presenza di un trattamento retributivo inferiore della lavoratrice rispetto ai colleghi uomini;
  • preclusione all’avanzamento di grado;
  • ostacolo alla partecipazione ad iniziative aziendali e l’esclusione ingiustificata dalla fruizione di indennità e dalle varie forme di benefit.

Secondo l’articolo 40 del Codice delle Pari Opportunità, le lavoratrici che, in fase di ricorso, presentano elementi tali da far ritenere l’esistenza di condotte discriminatorie, esse saranno sussistenti fino a prova contraria, la quale dovrà essere fornita dal datore di lavoro per dimostrare l’insussistenza di tali discriminazioni.

Conclusioni

Tutta la normativa attuale è orientata a contrastare l’insorgere di qualsiasi caratteristica differenziale che possa determinare la preclusione ad un avanzamento di carriera ed ad un trattamento ugualitario tra tutti i lavoratori.
Quando avviene quindi una discriminazione sul luogo di lavoro? Vengono considerati atti di discriminazione sul lavoro tutti quei provvedimenti, azioni e prassi che pongono una classe di lavoratori appartenenti a un determinato gruppo in una situazione di svantaggio e di diversificazione rispetto ad un’altra classe di lavoratori, sulla base di:

  • sesso d’appartenenza;
  • condizioni di salute;
  • età;
  • orientamenti politici, sessuali, sindacali e religiosi.

Combattere una discriminazione di genere in ambito lavorativo può essere davvero difficile, sia per la paura di non riuscire a dimostrare quello che è avvenuto, sia per la paura di sentirsi sminuire le proprie problematiche. La norma quindi presenta degli strumenti che le lavoratrici possono utilizzare per riconoscere e far fronte a situazioni discriminatorie in ambito lavorativo.

 

Fonti:

  • https://www.laleggepertutti.it/607626_parita-di-genere-cosa-rischia-chi-non-la-rispetta

 

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